Quali personaggi raffigurano i magnifici Bronzi di Riace? E chi li realizzò? Ecco perché la tesi ufficiale su “Eteocle e Polinice” fusi nel metallo da Pitagora Reggino non regge fino in fondo alla prova dei fatti, e in che modo è possibile trovare risposte più concrete e obiettive.
SHOP
Su identità e autori dei Bronzi di Riace si è espresso un esercito di esegeti. Quasi tutti qualificati. Le ipotesi iniziali seguirono il ritrovamento (16 agosto 1972) e la successiva esposizione a Firenze e al Quirinale, negli Anni ’70/’80; ci fu poi una seconda fase di teorie, il cui volàno furono le prime approfondite analisi dei materiali, negli Anni ’90; e infine una terza e ultima ondata, stimolata dal nuovo restauro e dalla rinnovata esposizione a Reggio Calabria.
Al momento della riapertura al pubblico, quando anche la loro “casa” — lo splendido Palazzo Piacentini — fu oggetto di un poderoso restyling con ampliamento e nuovi allestimenti, rimasi affascinato da quella che all’epoca mi sembrò, per coerenza e argomenti, la prima accettabile narrazione (storytelling, come diciamo oggi) sull’origine e sul significato di queste due magnifiche opere, esposte nella mia città e che da cinquant’anni permeano carsicamente (spesso anche polemicamente) la vita cittadina.
Era l’ipotesi “Eteocle e Polinice”, i figli di Edipo infausti protagonisti del duello fratricida nel mito dei Sette contro Tebe, reso eterno dalla tragedia di Eschilo dell’età greca “classica”.
Al volgere del mezzo secolo dalla scoperta, l’identificazione dei Bronzi con i fratricidi Eteocle e Polinice e del loro realizzatore con il sommo scultore Pythagoras di Rhégion è largamente accettata in ambito accademico e mediatico, tanto da essere rimasta per anni, con tutta la premessa storica e documentale, sul sito ufficiale del Museo di Reggio Calabria.
Eppure.
Eppure, scalfendo appena la superficie, anche un… laico della materia (come il sottoscritto) può appurare che buona parte degli argomenti a supporto di questa tesi definitiva non regge alla prova di vari esami — iconografici, scientifici e logici. E c’è sempre quel limite invalicabile: purtroppo noi moderni lavoriamo su una doppia riduzione — soltanto una parte degli antichi monumenti greci è attestata dalle fonti, e soltanto una parte delle fonti si è tramandata fino a noi.
E dunque la verità (vaste programme) è che “forse siamo vicini, ma non abbiamo ancora le frecce al centro del bersaglio”. Questo libro spiega perché, nei dettagli. E si spinge fino a una nuova ricostruzione, più semplice e più realistica, sia dell’identità dei personaggi che degli autori.
Con l’ausilio di un ricco corredo grafico e fotografico.
Il volume è disponibile anche in edizione economica, in brossura con copertina morbida e pagine interne in bianco e nero.
Oppure ordina il volume in combinazione e sconto con altri miei libri: entra nello Shop.