Israele, Palestina, Vicino Oriente: storia, scenari geopolitici e prospettive
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Gli ebrei, ripeteva il grande scrittore Amos Oz, non se ne possono andare da Israele perché non hanno nessun altro posto dove andare; neppure i palestinesi se ne vanno, perché non sanno dove andare. La disputa tra i due popoli è «la tragedia di un diritto contro l’altro, e spesso purtroppo di un torto contro l’altro».
Cos’è Israele oggi, da dove viene, dove va, com’è fatto il suo popolo? Ugualmente, cos’è un arabo “palestinese” oggi e cosa (e dove) sarà domani, e dov’era ieri?
Come si individuano le responsabilità storiche del conflitto israelo-palestinese, e i motivi che ancora impediscono di uscire dal peggiore — e ultramillenario — cul-de-sac geopolitico dell’intera esperienza umana?
Perché tanti paradossi, a partire dal fatto che le dimensioni geografiche di questo minuscolo Paese sono inversamente proporzionali ai “guai” che la sua stessa esistenza comporta e produce? (Altro esempio non banale: duemila anni fa per “palestinesi oppressi” si intendevano gli ebrei sotto il giogo dei Romani…)
Questo libro scandaglia Eretz Yisra’el e dà una risposta a suddetti quesiti, azzardandosi a individuare una soluzione. Che può non piacere a molti, ma che a parere di chi scrive è l’unica possibile.
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