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Scrivere. Per un pubblico ristrettissimo

 

Passano pochi libri tra le mani degli Italiani. Nel 2012 legge solo il 46% degli italiani sopra i sei anni (incremento dello 0,7% sui dati Istat 2011, il 45,3% della popolazione: ma ancora non si raggiunge la metà). La platea è di oltre 26 milioni di italiani. Sul dato complessivo pesa, come sempre, quello dei lettori medi e forti, che leggono più di sette libri l'anno: rappresentano il 30% del mercato e da soli generano tra il 39% e il 43% dei volumi di vendita di libri italiani.
Di questi 26 milioni, nel 2011 quasi la metà non aveva letto più di tre libri che non fossero legati a motivi scolastici o professionali, e solo il 13,8% apparteneva alla categoria dei lettori "forti", quelli che cioè hanno letto almeno un libro al mese. Il primato resta alle donne: il 51,6% legge almeno un libro all'anno, contro il 38,5% degli uomini. Una differenza marcatissima tra i 15 e i 44 anni, ma che tende a stabilizzarsi oltre i 60 anni.
I lettori più assidui sono i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (60,5%). L'ambiente familiare è importantissimo: legge il 72% dei ragazzi tra 6 e 14 anni, figli di lettori, mentre la percentuale cala al 39% se i genitori non leggono. Anche il titolo di studio influisce fortemente sui livelli di lettura, specialmente a parità di età: si va da un massimo dell'81,1% tra i laureati a un minimo del 27,9% tra chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio. Rispetto al 2010 la quota di lettori tra le persone in possesso di un diploma di scuola secondaria inferiore o superiore è diminuita di circa due punti percentuali. Con riferimento alle persone di 15 anni e più, se si tiene conto della condizione professionale, si evidenziano livelli di lettura superiori alla media tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (69%), direttivi, quadri e impiegati (66,3%) e studenti (65,3%). I più bassi livelli di lettura si registrano tra gli operai (32%), i ritirati dal lavoro (33,6%) e le casalinghe (34,4%).

Al Centro-Nord si legge di più. La percentuale di lettori è superiore al 48% della popolazione, mentre al Sud e nelle Isole si scende sotto il 35%. Un'eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori è superiore alla media nazionale (46,7%). La differenziazione geografica non è solo nella lettura, ma anche nella produzione: due libri su tre sono pubblicati e stampati a Milano, Roma o Torino. Lombardia, Lazio e Piemonte sono infatti, rispettivamente, la prima, la seconda e la terza regione per produzione di titoli e tirature. Bene anche l'Emilia-Romagna e la Toscana. Grossa contrazione invece in Puglia, Calabria e Sardegna.

OK ONLINE E E-BOOKS — I libri si comprano sempre meno in libreria e sempre più online. La prima nel 2012 passa, escludendo lo scolastico di adozione, dal 79% del 2008 all’attuale 73%; cresce invece la quota dei canali sul web: nel 2008 valevano il 3% e oggi arrivano all’11%, che salirebbe fino al 13% se consideriamo anche l’e-book. La grande distribuzione organizzata si conferma al 16%.
Nel 2012 il mercato degli e-book ha raggiunto una quota sui titoli disponibili dell’1,8–2%; ma escludendo i prodotti ibridi (carta + cd-rom/Dvd rom), il comparto raggiunge una quota complessiva di mercato del 6,4% (con una crescita in tre anni del 44,3%).
Sempre nel 2012 la lettura di e-book ha riguardato il 3% della popolazione con più di 14 anni: complessivamente 1,6 milioni di italiani. Contestualmente c’è stata una forte crescita (+45%) della lettura degli e-book rispetto al 2011, dato che diventa un +136% se si considerano i risultati del 2010.
Nel 2011 più di 1,9 milioni di persone tra 16 e 74 anni (27,8% delle persone che effettuano acquisti online) ha comprato libri, giornali, riviste o e-book su internet. Di questi due milioni circa, oltre la metà (53,9%) sono giovani tra 16 e 24 anni, più abituati all'utilizzo delle nuove tecnologie. L'e-commerce poi, rileva l'Istat, può essere un metodo per avvicinare la popolazione ai prodotti culturali e alla lettura. Un non lettore su tre (32,4%) ha letto o scaricato prodotti editoriali digitali dalla rete e il 43,3% ha consultato un'enciclopedia online (i cosiddetti wiki). La propensione rimane però legata al grado di alfabetizzazione culturale: i lettori deboli che leggono o scaricano libri e riviste online sono il 48,8%, il 69% quelli che consultano un wiki, mentre tra i lettori forti le percentuali salgono rispettivamente al 68,5% e all'85,5%.

GIÙ L’EDITORIA — La crisi non risparmia gli editori, che registrano un saldo negativo. Nel 2010 si contavano 2.700 case editrici, ma rispetto all'anno precedente il numero dei nuovi editori era inferiore al numero di quelli che avevano cessato l'attività. Benino invece la produzione libraria complessiva. Il 2010 segna un incremento passando da 57.558 opere pubblicate nel 2009 a 63.800 (+10,8%). Leggermente in crescita anche le tirature: un aumento del 2,5%, da 208 a 213 milioni di copie. Ma le case editrici puntano a offrire una scelta maggiore al lettore: aumentano i titoli del 6,8% e diminuiscono le tirature medie del 23,6%. Ampia preferenza poi per il lowcost: le edizioni il cui costo è inferiore ai 10 euro sono, sia per titoli (26,2%) che per tirature (40%), le pubblicazioni più consistenti. Complessivamente però il valore della produzione libraria è in calo. Nel 2010 era quantificabile in 4.052 milioni di euro: -9,3% rispetto all'anno precedente e il 16,4% in meno rispetto al 2005. Il 2012 poi è stato un vero e proprio “annus horribilis” per il libro: il mercato complessivo, che comprende anche il rateale, il book club, i collezionabili, l’export e le vendite a biblioteche, ha fatto segnare un calo del 6,3%.

 

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