| Scheda |
| Colophon |
l libro pone di fronte a una vicenda già conclusa, in cui il lettore deve orientarsi di fronte a punti di vista contraddittori e talvolta opposti, la cui trama è costantemente messa in discussione. Contribuisce al pathos la struttura inusitata, con una prima parte serrata di attestazioni, una seconda (vero e proprio “romanzo nel romanzo”) costruita attorno a un lungo, enigmatico pedinamento per le vie di Roma, nato quasi per caso e che si conclude con uno shock, e una terza che scioglie gli interrogativi irrisolti precipitando però nella sorpresa morale finale: l’inefficacia e la sostanziale sterilità della Verità. È un romanzo potente, dove l’intelligenza è al servizio del male, e sovente non è chiaro se siete voi che lo state leggendo o se è il contrario: il risultato è che vi fa attaccare la spina alla prima pagina e ve la fa staccare all’ultima, anche grazie a una scrittura che sperimenta, con grande padronanza, acrobazie e virtuosismi sintattici e redazionali.
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