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L'UOMO NUOVO - RECENSIONI


(Pubblicate "senza censura" in ordine di arrivo dal 30.04.2005, in alto le più recenti.)
Indici di gradimento:

Testo verde = ALTO

Testo arancio = BASSO

Testo grigio = NEUTRO


«Il libro è arduo, e a me piacciono le sfide. Vi ritrovo citazioni dal Pendolo di Foucault, altro libro arduo, che dovetti affrontare cercando testi che mi spiegassero la kabbalah e altre cose... Una specie di gioco di scatole cinesi, dove il romanzo incorpora la politica, la storia, l'attualità, l'economia. Un romanzo-saggio. Un libro saggio. E anche visionario, con le visioni delle pagine e del mare d'inchiostro. Erudito. Una summa di ciò che si deve sapere. Mi spiace citare di nuovo lo stesso libro ma L’Uomo Nuovo, come Il Pendolo, mi ha ricordato il poema La terra desolata di Thomas S. Eliot, composto con i "frammenti" della civiltà. Il mio indice di gradimento? Il dispiacere di averne terminata la lettura...»

Anna Patacchini (Valenciennes/Montevarchi)


«Leggere "L'Uomo Nuovo" non è stata solo un'esperienza intellettuale, ma anche e soprattutto un'esperienza di puro piacere fisico, paragonabile al piacere che dànno la buona musica, un bel quadro, un piatto ben cucinato, un tessuto morbido e delicato. È un libro che si presta a più livelli di lettura, nel senso che affianca il thriller — peraltro avvincente e ben costruito, accattivante e gradevole, che a volte strizza l'occhio al fumetto — a un'opera ben più complessa e profonda, un saggio estremamente impegnativo, che spazia dalla storia antica e recente alla geopolitica, dalla scienza alla leggenda, trattando di mafia e massoneria, di economia e cronaca, costruendo una complessa architettura di vicende e di parole, la cui chiave di volta è costituita dal pensiero filosofico, in particolare di Berkeley, che sottilmente ispira il filo conduttore della storia, e che si disvela palesemente verso la conclusione. E tutto questo lo fa mantenendo intatta la facilità della lettura, senza mai stancare e anzi irretendo chi legge non solo con una trama sempre più complessa, ma anche con una onnipresente intensa ironia, che continuamente stimola per il modo con cui l'autore "gioca" con i lettori, sfidandoli per esempio a scoprire chi o cosa c'è dietro i nomi inventati ma non troppo, o a sorridere con lui per i nomi inventati del tutto.»

Amanita Muscaria (post su Facebook)


«Un libro che contiene profonde e dettagliate ricerche nei campi più disparati ed emarginati della conoscenza, ma anche insospettate riflessioni sull'essere, sull'esistenza. Una pura esperienza sinestetica, trascinante nel mare di lettere e segni di interpunzione. Mi sarò trovato decine di volte a ridere sui doppi sensi, parole e nomi [...] a riflettere, a immergermi in vari personaggi dalla psicologia a trama fine. Mi sono appassionato, entusiasmato, eccitato dal fluire del surreale in forma scritta.»

Lorenzo Emanuele Labate (post su Facebook)


«L'Uomo Nuovo. In verità il titolo non mi ispirava fiducia, credevo trattasse di come dovremmo essere, per essere migliori, una specie di suggeritore per la coscienza collettiva. Invece è e tratta di tutt'altro. Questo libro mette a nudo i limiti della nostra società, svela arcani, sfata luoghi comuni, stimola una riflessione su quanto e come siamo condizionati, mette in dubbio tutto quello in cui crediamo, inquieta, diverte, intriga e sconcerta, senza mezzi termini il capolavoro di Luigi Manglaviti... lascia un sorriso amaro sulle labbra e una domanda ridondante in testa: “potremmo ricavare energia pulita?”. Grazie Mangla!»

Paolo Frassanito (post su Facebook)


«Acuto e introspettivo. L'autore ha inventato la macchina del tempo. Ti porta in un altra dimensione, quella del thriller, ma ogni tanto ZAC!, ecco che ti punzecchia e ti fa capire che mentre parla di Tonyard sta parlando di Te. Di Me. Di Lui. Qui. Là. Ora. Poi. Prima. E mentre credi di leggere un romanzo ti scopri a leggere un saggio storico. Un saggio politico. Un saggio religioso. In realtà in fondo scopri che non sta parlando ad altri. È con Te che vuole parlare. Ma non ti "dice" nulla, ti fa riflettere. E come uno specchio ecco che il romanzo potresti anche averlo scritto Tu. Magari in un altro tempo. In un altro posto.»

Renato Ravenda, Venezia


«Finalmente dopo svariati e faticosi mesi di vita reale sono riuscito a finire di leggerlo: la mia pigra leggerezza è stata attratta dalla densità del tuo mondo (in sintonia con la mia visione). Non avevo dubbi sul fatto che la piastrina di vibranium ce l’hai ancora ben piantata nel tuo cervello. Evidentemente non rischi di andare in coma a seguito della consapevolezza di una capacità perduta: nel tuo caso non solo brilla ma è capace di esprimersi con le arti e le metodiche digitali e non, che riesci a governare sapientemente. Credo che ci siano poche persone con tali e tanti talenti! Fai di tutto per non diventare uno spreco della Natura. Rimango dell’idea che è doveroso fare tutto quello che si può per scovare il Potere nelle sue svariate manifestazioni (non so se viene prima il desiderio o il potere, però so che la vita di tutte le persone, dalla preistoria, è segnata da questa categoria!), fotografarlo e sputtanarlo, ancorché logicamente ciò sia impossibile — sennò che Potere è?! —. A proposito del "piano alto", penso che lo scrittore-creatore sia l'unica Realtà, sicché il plot se lo scrive, se lo pubblica e se lo legge solo per Lui; mentre le storie si manifestano e si dipanano nel momento in cui Egli le scrive o le corregge. In questo caso Essere, Esistenza e Destino coincidono!»

Giovanni Favia, Roma


«È il nuovo "Pendolo di Foucault", ma rispetto a Eco ha molta meno boria eruditiva e molto più colore, alla sudamericana.»

Matteo Quarta, Cagliari - Non autorizza il contatto


«Un tale sfoggio di cultura, che oltre a divertire il lettore ne sfiora l’annichilimento, appare l’antidoto a un horror vacui dal quale l’autore appare perseguitato: da qui la costruzione di trame e controtrame, divagazioni, moltiplicazione di simboli e metafore, descrizioni dettagliate fino alla pedanteria tecnologica, notizie etnografiche, azione frenetica. Questo libro spazia in un’incredibile quantità di discipline, nell’intero spettro della conoscenza umana, rendendo permeabili i confini tra letteratura alta e bassa, tra scienza e metafisica, tra canone letterario e trasgressione. Esoterismo, entropia e ricerca dell’altrove sono le forze che muovono una trama densa eppure fluida, ossessivamente elaborata, stupefacente, oscena, divertente, tragica, filosofica, poetica, ispirata, orrorifica, fredda, gonfia, arenata, maledetta. L’autore è quantomeno un matematico della prosa, che calcola l’effetto minimo e massimo di ogni parola e di ogni riga, di ciascun gioco di parole o ambiguità, e a seconda del risultato applica le proprie conoscenze virtualmente senza distrazioni, assumendo rischi linguistici vertiginosi ma tonificanti. In questo modo la sua duttile scrittura può offrirci una delicata scena d’amplesso, poi urlare senza soluzione di continuità le sonorità di un’orgia di massoni tecnocrati impazziti. Sembra Pynchon, però cyberpunk.»

Gianni Mancini, Corsico - Non autorizza il contatto


«I libri di Mangla sono coraggiosi. Le tesi sono estremamente originali, testimonianza di un pensiero divergente dalla massa di "esperti" di certi temi: insomma tutti scrivono le stesse cose, Mangla le scrive molto diverse, del tutto personali e dirompenti.»

Simona Convenga, Como


«Maestoso, raro, geniale. Come quando Will Hates (che poi sarebbe Bill Gates) viene definito "l'uomo che ha infilato una macchina da scrivere e una calcolatrice dentro ad una tv, guadagnando i fantastiliardi": cioè, ha creato Word ed Excel, che si usano attraverso uno schermo di pc... Diego Abatantuono direbbe: "un libro eccezziunaaale veramente"!»

Marika Elli, Verano Brianza - Non autorizza il contatto


«Il tuo lungo romanzo ha il pregio di scatenare miriadi di riflessioni nel lettore, virtù questa più unica che rara, abituati come siamo a una letteratura di entertainment farcita di luoghi comuni posticci. Hai fatto una summa di tutte le cosiddette "dietrologie" mettendo assieme tanti frammenti che ricompongono un affascinante puzzle. È una pratica più che diffusa tra chiunque cerchi con passione la sostanza delle cose e sente che qualcosa non funziona dietro alle incoerenti favolette che ci raccontano i giornalisti "di regime", i preti, i politici, i sedicenti guru, i "carrieristi dell'ermetismo" carichi di onorificenze iniziatiche. Bisogna saper saltare di palo in frasca per vedere con più chiarezza l'orizzonte degli eventi, coltivare la passione della Conoscenza non accademica e intellettuale, una passione che come sai è innata ed è una virtù da sempre molto rara. È una passione che porta ad una indagine tra le pieghe della realtà, svelando piano piano il gioco di inganni, constatando come il mondo sia un gran trucco fin dalle sue più profonde fondamenta. In molte pagine del tuo libro la realtà si dissolve, l'immagine si scioglie e si aprono squarci sull'infinito oceano di energia nel quale tutti sguazziamo abbagliati dall'apparente separazione delle cose. Concludendo: mi è piaciuto perché baluginano frammenti di una ricerca profonda e appassionata, che non si ferma all'apparenza e non indulge all'esoterismo spicciolo da salotto e da "codici vinciani". Credo sia per questo che le case editrici non ti hanno pubblicato: sei troppo "scomodo" e dunque poco "commerciale". Meglio parlare di "femminini sacri" e orge in maschera di esotiche sette!»

Francesco Manildo, Milano


«E con questo splendido libro, finalmente mettiamo una pietra sopra questa immensa minchiata del Priorato di Sion! Grazie, era ora che qualcuno lo facesse in modo convincente!»

Dante Asciutto, Roma - Non autorizza il contatto


«Una pubblicazione inaspettata, certamente imprevedibile anche per chi come me è abituato a cazzeggiare per ore dentro le librerie. Generalmente la realtà supera la fantasia, ma qui si ha l'idea che l'immaginazione possa manipolare la realtà in modi impensati: l'autore conosce a meraviglia i trucchi e le tecniche più seducenti della giallistica e della saggistica, e dà vita ad un affresco carico di tutti i colori dell'arcobaleno e di tutte le sfumature che stanno in mezzo a luce ed ombra. Vergogna agli editori italiani che si sono lasciati sfuggire un potenziale colpaccio letterario, e Dio benedica internet che ci dà la possibilità di scoprire, senza intermediari, delle perle così.»

L.B. Barca, Redavalle - Non autorizza il contatto


«Non saprei da dove cominciare... Ti fa venire nodi alla gola che ti tolgono la voglia di respirare per la veridicità di alcune considerazioni di storia, di spiritualità, e la profondità (talvolta disperata lucida poesia) con cui te ne parla; i personaggi principali, figli disconosciuti ciascuno della propria miseria, hanno una personalità fuori dal comune, impera sul loro destino l'ambizione assoluta, il rifiuto della normalità, di ciò che non ha niente "di speciale" da offrire: ed ecco che la società che essi tentano di dominare li relega alla solitudine, all’abbandono, anche se in fin dei conti si tratta di una farsa. Crudo, e infinitamente ricco, è dalla parte centrale che il libro ti coinvolge instancabilmente fino alla fine. Decine di frasi sono da sottolineare, da trascrivere su un bloc-note e rileggere più volte anche a distanza di tempo, perché dal significato eterno e assoluto.»

Lorenza Torretta, Portico di Romagna - Non autorizza il contatto


«Artefice di un gustoso impasto letterario paragonabile a uno strudel, Mangla dosa con rara padronanza gli ingredienti di umorismo, raffinatezza narrativa e umori del tempo, ricorrendo al repertorio dell'aneddotica e della fantascienza cyberpunk. Ma la parte migliore consiste nel "ripieno", i personaggi, che, prima delineati quasi con sufficienza, a poco a poco emergono in tutta la loro intensità e complessa tipologia umana, quasi delle maschere che tentano di scivolare alla memoria ma finiscono per imprimersi indelebili nella mente del lettore. Imperdibili le pagine ambientate in Venezuela, o nell'atollo sperduto del Mare Cinese che funge da base ai "no-global" comandati da una Rosacroce.»

Luciano Maffeo, Roma


«Che cciappizzano le Torri Gemelle col Priorato di Sion? E Maria Maddalena con lo Yoga? E le "facce" su Marte con la Massoneria? Non l'ho neanche finito, questo libro troppo indigesto, e non credo che lo finirò mai.»

Enzo Tradardi, Busto Arsizio - Non autorizza il contatto


«Che gran compagno d'ombrellone... molto molto molto meglio dei soliti Cussler, Cornwell e Terzani. Sembra toccare l'intero scibile umano, con un solo terrificante scopo: far capire quanto possiamo essere scemi tutti quanti! Come ha già detto un altro lettore, quest'opera è "satira di livello sublime".»

Noemi Dotti, Genova - Non autorizza il contatto


«Ho divorato il tuo "l'uomo nuovo" e lo considero una delle opere più coerenti, lucide e genuine degli ultimi anni (ma perché non scrivo anch'io così...). Possiedi una cultura ed una creatività davvero invidiabili (e non potrebbe essere altrimenti, visto il mestiere che fai ed il tuo essere, o l'essere stato, musicista, anche se musicista lo sei per tutta la vita). È qualcosa che ricalca da vicino i più bei deliri di un Bradbury, o anche di un P.K. Dick. Sei un modello da seguire. Davvero, sono felice che tu ci sia, perché le persone come te mi fanno sentire un po' più utile e importante questo nostro mondo. Mi identifico molto in quello che fai, pensi o scrivi; o suoni... E i miei complimenti vivissimi vanno al tuo disco-medley-raccolta di sogni e di evocazioni, Novecento

Maurizio Bonini, Milano


«Precisiamo: "nuovo" è il libro, non "l'uomo", del titolo. Per il modo 'spiazzante' in cui è scritto. Voglio dire, un lettore di gialli viene 'spiazzato' dalla filosofia; un lettore di saggi viene 'spiazzato' dalla gran vena lirica e poetica; un lettore di fantascienza è 'spiazzato' dalla parte politica; un lettore di alte lettere viene 'spiazzato' dalla parte giallo-investigativa... È come se Spillane scrivesse per un lettore di Tolstoj, e/o se Gabriel Garcia Marquez scrivesse per un lettore di Isaac Asimov. O come se un lettore di Focus si trovasse fra le mani un trattato sull'arte di Salvador Dalì. Tento di spiegarmi ancora meglio: sembra un'opera scritta non da una persona sola ma da un filosofo, un fisico, un medico, un santone orientale, un leader politico, un giornalista, un prete e un poliziotto messi insieme! Non mi viene altro da dire, se non che un libro così ti lascia esterrefatto.»

Ennio "Saoshyant", Cigole - Non autorizza il contatto


«Magnifico! Il libro più stimolante che io abbia mai letto! Innovativo, audace, con una scrittura a tratti aggressiva, a tratti poetica, a tratti sarcastica. Non è possibile che non trovi un editore! C'è veramente tutto: dolore, ironia, mistero, delirio, giornalismo investigativo, fantascienza, politica, mistica, perfino enigmistica. Anzi, oserei dire che inventa un genere: "Enig-Mistica". È come avere fra le mani un 'Codice da Vinci' scritto da Charles Bukowski!»

Marzia Galbiati, San Benedetto del Tronto - Non autorizza il contatto


«Esistono tanti tipi di libri: c'è quello scritto bene ma con una storia banale, quello con una trama che non regge la scrittura, quello che ti lascia l'amaro in bocca e che ti fa pentire di averlo comperato, quello che ti piace e che consigli agli amici... e poi ci sono libri come questo che non possono essere stupidamente inseriti in una tipologia. Perché? Perché sono pagine che ti insegnano qualcosa, che ti lasciano dentro un'emozione, un ricordo, che ti fanno capire che non sono "carta con inchiostro" ma pezzetti d'anima e di raziocinio, libri che ti allargano la visione del pianeta e dell'umanità che lo popola, che ti fanno pesantemente riflettere sugli avvenimenti della Storia. È un'opera tanto profonda quanto sterminata, che sembra traboccare dal formato in cui è racchiusa (è pur sempre "solo" un libro stampato). In breve: un titolo capitale.»

Tamara, Terni - Non autorizza il contatto


«Te lo dico io perché non ti hanno pubblicato: il tuo manoscritto è arrivato agli editori mentre esplodeva il fenomeno del "Codice da Vinci", per cui avranno pensato che il tuo fosse un tentativo di cavalcare l'onda, e non l'hanno neanche aperto (io, da editore, avrei invece fatto il contrario proprio per "sfruttarlo", il fenomeno! Ma forse non mi intendo di marketing, chissà...). E leggendo questa pagina web mi pare che il parallelo con Dan Brown non sfugga neanche a parecchi di quelli che hanno mandato una recensione. Però un tale paragone sarebbe molto riduttivo, per questo incredibile libro: in fondo i temi del Priorato di Sion sono forse solo un decimo dell'opera, e fra l'altro sono usati per smontarla, la baggianata che ha fatto guadagnare i fantastiliardi a Brown. Sia come sia, ti sono grata per avermi regalato due mesi di puro piacere di lettura, e per avermi aperto gli occhi e fatto riflettere su un sacco di cose. E pazienza, se sulla copertina non hai il marchio Mondadori o Rizzoli o altro: i tuoi 'successi' te li stai prendendo lo stesso, credo, forse addirittura con più soddisfazione, visto che hai fatto tutto da solo! Bel lavoro, dunque: il tuo modo di pubblicarti dovrebbe essere usato come esempio dell'innovazione che si può fare oggi con internet.»

Anna Costa, San Mauro di Romagna - Non autorizza il contatto
(Grazie, Anna, il tuo è il messaggio che fino ad oggi mi ha fatto più piacere — ndr)


«Improponibile: una ridda di teorie prese qua e là, con un giallo a far da collante. L'autore pensa di essere il nuovo Céline, ma è solo una strana creatura, un minotauro a metà fra Bukowski e Coelho, e dovrebbe farsi visitare da uno specialista.»

Vince Laudadio, Bologna - Non autorizza il contatto
("Minotauro" non me lo aveva ancora detto nessuno... Non c'è che dire: tu scrivi per mesi, poi le recensioni alle tue fatiche sono in grado di regalarti le più svariate sensazioni! — ndr)


«Gulp! Non mi aspettavo un orizzonte così vasto. Mi ha lasciato in stato confusionale. Ho deciso di rileggerlo sotto l'ombrellone, quest'estate. Indubbiamente, però, làsciatelo dire: scrivi molto ma molto meglio del "furbone del Codice".»

Gek, Roma - Non autorizza il contatto


«Esoterismo? Okay. Politica? Okay. Misteri? Okay, okay, okay. Tutto bello, ottime ricerche, sensazionali svelamenti di segreti e bugie... Ma è altro, che mi fa scassare! Questo autore ha un modo di scrivere che mi sconvolge: trascrivo un piccolo pezzo, preso a pagina 88, dopo aver letto il quale ho riso per mezz'ora di seguito: "[...] 8 secondi dopo l’epidemia aveva perforato tutte le difese antivirus a ridosso della Dorsale Atlantica, e al Minuto Secondo Numero 19 dal Tasto Pigiato l’intera Internet aveva veicolato ad ogni suo nodo l’ordine di azzerare tutti i computer con ip sia fisso che dinamico che si fossero trovati collegati. [a capo] al principio, Dio digitò «PkUnzip Universo». [...]". Capito? Per raccontare che 19 secondi prima l'hacker aveva premuto un tasto, Mangla scrive "al Minuto Secondo Numero 19 dal Tasto Pigiato" e poi ci aggiunge la metafora di Dio che digita "PkUnzip Universo"... È irresistibile! Mi fa scassare! (Per favore non cancelli niente della mia email, signor Mangla, o pubblica la recensione così o non la pubblica affatto. Non m'importa se vìolo il suo diritto d'autore citando quel pezzettino, la mia recensione va pubblicata così, grazie.)»

Tiziano Vecellio, Salerno - Non autorizza il contatto
(Ecco fatto, recensione pubblicata per intero, non si arrabbi! Thank you per lo "scasso"... — ndr)


«Complessivamente piacevole. Forse gli argomenti non riescono ad abbracciare l'interesse di tutti, ad ogni modo vorrei segnalare quelli che per me sono due capitoli fondamentali, che forse meriterebbero di essere opere a se stanti: "Voglio saperne di più" (il colloquio con l'esperta di Priorato di Sion e Religione) e "Sinurras il fumacatene" (la memorabile intervista al capomafia all'interno del monastero, dove vengono rivelati i 'misteri d'Italia'). È un libro davvero insolito.»

Alex Bonfante, Roma - Non autorizza il contatto


«Ieri sera ho visto per caso "Matrix" su Canale5, e il deja-vu è stato come un lampo! Ho riaperto il tuo libro e ho riletto la parte sulle Torri Gemelle: non dico che sei stato il primo a sostenere certe cose perché non posso sapere se lo ha detto qualcun altro prima di te (ma non credo: avrebbe fatto parecchio rumore), però il tuo "Uomo Nuovo" già sosteneva l'ipotesi che negli attentati dell'11 settembre 2001 i fatti non stanno come crediamo... Considerando che nelle note del libro c'è stampato che lo hai scritto fra il 2002 e il 2004, è verosimile che tu abbia tirato fuori l'ipotesi neanche due anni dopo l'attentato... È pazzesco! Come hai fatto a fiutare una cosa del genere? I filmati e le foto che stanno girando ora, tipo quelli del Pentagono o del volo United 93, non erano di dominio pubblico... Come si faceva anche solo a immaginare che gli Americani si siano buttate giù le Torri da sé? Certo, la tua teoria è un po' diversa da quella che ho visto su "Matrix" (tu sostieni che volevano solo "sfregiare" i due grattacieli, con poche decine di morti: sarebbe stato sufficiente a fornire loro una giustificazione per invadere i paesi petroliferi), però la sostanza è quella, sono stati loro! Adesso ci manca anche che sia vera quell'altra tua teoria apparentemente incredibile: cioè che Osama bin Laden non esiste...! In ogni caso giuro che da ieri niente è più in grado di sorprendermi!»

Luigi Accardi, Tremestieri Etneo, 1 giugno 2006 - Non autorizza il contatto

«Ma perché nessuno cita il vero capolavoro di quest'opera? È la parte politica, gente! C'è tutto il volto dell'imperialismo statunitense, e c'è il perfetto ritratto della decadenza della Sinistra mondiale. E udite udite, è indicata pure la soluzione per uscire da entrambe le cose! E purtroppo c'è perfino la profezia in cui anch'io credo: la Terza Guerra Mondiale è quella che verrà dallo scontro con l'Iran, che infatti in questi giorni si sta preparando senza che nessuno faccia niente...»

Luigi Accardi, Tremestieri Etneo, 20 gennaio 2006

(Caro Luigi, non ho mai creduto alla favola che qualcuno possa rubare 4 aerei di linea nel cuore della Superpotenza e fare quello che ha fatto a New York e Washington: e ti dirò che credo anche che questa storia andrà a finire come nel caso di John Fitzgerald Kennedy, ossia tutti sanno che è stato un complotto "interno" americano ma nessuno potrà mai vederne le prove. Vai al mio blog per saperne di più su come la penso. Anche nel caso di Osama la verità finirà occultata per sempre: un bel giorno, quando la sua presenza "virtuale" non servirà più, semplicemente sparirà dagli schermi. Chiudo con un caloroso grazie: hai recensito addirittura due volte il mio libro! — ndr)


«Ha una struttura narrativa veramente nuova, e anche lo stile è diverso dai soliti scrittori italiani, barocchi, manieristi e boriosamente pieni di sé. Sembra complicato, ma non lo è: invece è un passatempo colto, che ti fa sfruculiare i neuroni.»

Maria Fanella, Lecce - Non autorizza il contatto


«Sono senza parole! Si dovrebbe distribuire come le Pagine Gialle: in ogni casa!»

Gloria Cercola, Porto Santo Stefano, sms


«Ma quanto parlano i personaggi, ho gli occhi che mi... ronzano, non ho mai letto un'opera con tante discussioni e tanti dialoghi. È un libro dannatamente intricato, anche se l'autore ha tentato la furbata del giallo.»

Domenico Fusaro, Torino - Non autorizza il contatto


«Un libro bellissimo. Forse un po' psichedelico, ma va bene lo stesso. Troppe bugie, troppa politica e troppa poca moralità ci hanno afflitto fino ad oggi. Mi rivolgo ai lettori di questa recensione (e ovviamente del libro)... spargete la voce: dite cosa avete letto, raccontate tutto. Delle Torri Gemelle, del Caso Moro, del Priorato di Sion, dei Rotoli di Qumran, di Echelon. Diffondiamo insieme i contenuti di qst libro, xké possa aprire le menti del mondo.»

Albino Beltrame, Carpi - Non autorizza il contatto


«Un giallo divertente. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più sul misterioso Ordine della Crocespecchio: siamo alla rinascita dello Gnosticismo? Spero che ci sia una seconda puntata.»

Matilde Crespi, Roma - Non autorizza il contatto


«Un giornalista inglese citazionista che impreca in siciliano, una grassona nera rosacrociana che guida i giovinastri No Global, uno scienziato-massone pazzo-lupo solitario, il capo assoluto della 'Ndrangheta che vive in un monastero, Oriana Fallaci travestita da gran maestro dell'Ordine della Crocespecchio (evocativo il nome: dov'è che ci si può iscrivere?), un dirigente di multinazionale implicato in massoneria-esperimenti fantascientifici-imbrogli tipo bond Parmalat, una dirigente di multinazionale che va in giro vestita come gli Esseni, un riccastro spagnolo grasso e iracondo al quale bisogna calare tutto col cucchiaino, un trafficante russo che ride come Gambadilegno, un maltese-albanese dal grilletto facile, un poliziotto tedesco dal nome giapponese... E poi Bush, Greenspan, Wolfowitz, Bill Gates ed altri personaggi famosi, tutti con il nome falsato ma tutti facilmente riconoscibili... La fauna di questo libro è straripante! E già questo (sebbene il sottotitolo "dell'energia pulita" ci avverta già!) avrebbe dovuto fare capire a tutti quelli che hanno letto L'Uomo Nuovo la finalità dell'opera: è una presa in giro letteraria, un impressionante sfoggio di quanta aria fritta l'umanità abbia prodotto nella sua storia (Priorato di Sion, Rosacroce, Gesù e Maddalena, Templari, le facce su Marte, la mafia, il terrorismo islamico, ma oserei dire la Religione tutta, la Scienza tutta e la Politica tutta)! A giudicare dai commenti che leggo in questa pagina web, mi accorgo invece che nessuno è stato in grado di afferrare il messaggio 'occulto' del libro: "non c'è scampo, chi siamo non lo sapremo mai, meglio riderci sopra". In poche parole: questo libro, stracarico di "perle ai porci", è satira di livello sublime.»

Marco Ferlini, San Nicolò di Celle - Non autorizza il contatto


«Ohé, ma tu chi diavolo sei, Mangla? Come fai a sapere tutte 'ste cose? Stai improvvisando, o dietro di te si cela "qualcuno" che manda messaggi a "qualcun'altro"? Il giallo che c'è alla base del libro è discreto, le "rivelazioni" esoteriche mi lasciano indifferente (io il Codice da Vinci non l'ho letto e il film che esce dopodomani non vado a vederlo), le riflessioni politiche mi lasciano esterrefatto: al di là di tutto, come t'è venuto in mente di fare convergere tutti quegli argomenti in un'unica trama? Ci potevi ricavare 5 o 6 libri! D'accordo che vuoi fare "piazza pulita del falso", però hai esagerato! Per questo, tu per me sei un tipo "sospetto".»

Mario Soncino, Abbiategrasso - Non autorizza il contatto


«Mi sono divertita molto. E vorrei sottolineare due cose per le quali val la pena tenere in libreria "L'Uomo Nuovo": 1) questo libro ha il coraggio di radicalizzare i concetti del film "Fahrenheit 9/11" (il quale ci faceva capire, un po' sottovoce, che gli Americani non ce l'hanno raccontata giusta) e di spingersi oltre supponendo che Bin Laden non esiste e che le Torri se le son buttate giù, senza volerlo, gli stessi Usa; 2) allo stesso modo, il libro raccoglie i temi di un altro best-seller, stavolta un'opera letteraria datata 1982, "Il Sacro Graal", e, laddove Dan Brown ci ha venduto sopra 50 milioni di copie dando ancora più corpo alla mistificazione Gesù-Maddalena (riuscendo però ad uscire indenne dal processo per plagio), il signor Mangla invece smonta clamorosamente (e aggiungerei magnificamente) l'intera messinscena ridicolizzando, prove alla mano e con una penna dallo stile incantevole, il castello di fandonie basato su Priorato-Templari-Sacro Graal che tante menti deboli sembra affascinare da un po' di tempo a questa parte. Ultimo pensiero, diretto all'autore: è penoso, signor Mangla, leggere la sua "odissea dei rifiuti" con gli editori italiani che non sono stati in grado di capire la portata ed il potenziale di vendite di questo suo ricchissimo libro; a mio modesto avviso, per quel che può contare per lei, "L'Uomo Nuovo" vale dieci volte "Il Codice da Vinci".»

Rossana Giglio, Milano - Non autorizza il contatto
(Grazie, Rossana: il suo 'modesto avviso' è invece per me molto prezioso e appagante! — ndr)


«Voglio anch'io il "S.O.N."! Accidenti che comodità sarebbe, non dover più imparare le lingue o gli strumenti, perché basterebbe "implantarsele"! È un'idea fantascientifica però ci potrebbero lavorare su, invece di spendere tutti quei soldi in armi...»

Francesco Laterza, Castellaneta - Non autorizza il contatto


«Impressionante la lucidità "politica" di certe pagine: il vero motivo (il ventilato passaggio di Saddam ai petrol-euro, trascinando con sé l'Opec nell'abbandonare i petro-dollari, facendo fallire l'America) della guerra in Iraq, lo spaventoso scenario futuro che si va preparando (la guerra con l'Iran), l'arretratezza e l'inadeguatezza del "pensiero di Sinistra", le ragioni dell'Islam... E poi la cialtroneria massonica che guida certe scelte a livello mondiale... E che dire dell'ipotesi che chi ha "organizzato" l'attentato delle Torri Gemelle (gli stessi USA) avesse previsto tutto tranne il loro crollo? È allucinante, ma effettivamente è convincente...! Un libro pazzesco, condito di humour e spiritualità... Perfino la verità su Echelon, su Aldo Moro, e poi la "filosofia" Yoga, l'Islam, il Priorato di Sion, i Rotoli di Qumran e il Cristianesimo "originale"... Incredibile, Mangla, veramente incredibile: mai letto niente di questa portata!»

Giorgio Donato, Cosenza


«Mi piacerebbe capire in che modo hai scoperto tutto sul Priorato di Sion: l'idea di una setta segreta che difende per mille anni un segreto religioso era parecchio intrigante. Un libro molto ricco e pieno di significato, comunque: bravo.»

Antonella B., Ancona - Non autorizza il contatto


«Come pretendi che ti pubblichino, dopo aver rivelato quelle cose sul Caso Moro? Anche se sono cose che sottovoce circolano da tempo, nessun editore si prenderà mai una responsabilità del genere!»

N. M. T., Prato


«Quando "Brownspan" (che dovrebbe essere Greenspan) spiega a "Bunz" (che dovrebbe essere Bush) come funziona il sistema americano basato sul petrolio, si capisce il perché della guerra in Iraq, il cui vero motivo fino ad oggi non mi era mai stato chiaro. Di questo ti devo ringraziare, Mangla, e il tuo libro meriterebbe maggior fortuna. I migliori editori sono in Gran Bretagna, ma per ciò che dici sugli inglesi non ti pubblicherebbero mai... E poi, visto che fai tutto da solo, ti resterebbe il problema di tradurre in inglese 832 pagine!»

Carlo Giovinazzo, Palermo - Non autorizza il contatto


«Un giallo niente male, anche carino nello stile talvolta umoristico, e si imparano un mucchio di cose su politica, religione, economia, misteri esoterici, perfino sullo yoga.»

Nadia Pergolesi, Principato di Monaco - Non autorizza il contatto


«A me non frega nulla delle parti esoteriche: l'utilità che ho trovato è che con questo libro ho imparato tutto sull'Islam e ho capito la logica di chi crede in Maometto. E alla fin della fiera è un bel giallo.»

Nelson, Milano - Non autorizza il contatto


«Che cagata impressionante! Un pastrocchio senza capo né coda, insondabile, inspiegabile, inaccettabile... Le Torri Gemelle che se le buttano giù gli Americani? La Massoneria che governa i governi? Il cervello organo-antenna caduto in disuso? Ah, ah, ah! ...Altro che perle ai porci, piuttosto un porco sulle perle!»

Franco Pierucci, Solarolo - Non autorizza il contatto
(Sarei io, il porco?! Incasso, porto a casa, reimpacchetto e rispedisco al mittente! — ndr)


«Ho letto tutti i commenti di questa pagina, e nessuno ha posto l'accento sul valore letterario di questo 'Uomo Nuovo': ci sono dei momenti di altissimo lirismo, in grado di smuovere qualcosa nell'animo di chi legge; momenti di poesia intensa dove il pessimismo di fondo assume una inusitata dimensione di speranza: dopo averlo letto, credo che, citando il titolo, la risposta sia "sì, possiamo ricavare energia pulita".»

Gianluca Ferrari, Lecce - Non autorizza il contatto


«Ci vuol poco a recensire L'Uomo Nuovo: "perle ai porci".»

Arzio Paris Rapetto, Roma - Non autorizza il contatto
(La pubblico, ma può sembrare offensiva: alla prima lamentela verrà cancellata — ndr)


«Bello, veramente. I miei complimenti: un'opera iniziatica come non se ne vedevano più, dove la verità si conquista con il sacrificio della lettura (ed è un bene che quest'opera non sia disponibile nelle librerie!). Ma devo obiettare su un punto: è vero, Baigent Leigh e Lincoln sono caduti nel tranello di Pierre Plantard, che ha inventato tutta una storia pazzesca incentrata sulle pergamene di Rennes-Le-Chateau, però... il Priorato di Sion esiste realmente, e non ha niente a che vedere con la fantomatica tesi su Maria Maddalena e il sangreal! Basta pensarci bene per un attimo: se Gesù non è morto sulla croce e il suo è solo un "falso mito" (anche se un "mito" su cui è stata fondata una religione), allora non è divino. E se non è divino, che importanza può mai avere la sua discendenza?»

Jean B.P.M., Aix-les-Bains


«Una boccata di aria fresca contro il fetore della spiritualità da supermarket e dell'ekumene politico-religioso. Solo Bukowski avrebbe potuto scrivere meglio questo libro (ma solo dopo aver studiato tutte le materie trattate)!»

Anna G., Sessa Aurunca - Non autorizza il contatto


«Non fatevi intimidire dal sottotitolo dell'opera, non si tratta del solito libro speculativo sul calice di Cristo, i Rosacroce, la Massoneria, etc, ma di un'indagine, superbamente esposta a mo' di "commedia gialla", sul castello di fandonie che l'umanità ha costruito cercando una risposta alla domanda fondamentale "chi siamo e che ci facciamo qui". Fa riflettere e si imparano un sacco di cose, e in ogni caso la "risposta" non piacerà a tutti.»

Lorenzo Gebbia, Castellammare di Stabia


«Un terrificante esempio di libero pensiero che, di fronte ai vari integralismi imperanti, vuole testimoniare la resistenza della ragion critica, anzi, della ragion derisoria... Notevoli le parti dove si discute dell'esistenza storica del Priorato di Sion (effettivamente pare una gigantesca cazzata!) e su come nei testi sacri si possa trovare di tutto lasciando un campo enorme all'interpretazione. Un libro semplicemente enorme.»

M. Cesare, Montemarcello - Non autorizza il contatto


«Gent.mo sig. Mangla, accetti i miei complimenti perché da quel che ho assaggiato sul sito, "l'uomo nuovo" è quanto di più piacevole ed interessante mi sia capitato di leggere nell'ultimo decennio. Ho inviato un ordine di tutti e tre i testi e del cd, non vedo l'ora di leggere...!»

Marina Ferrero, Bra (prima ancora di averlo fra le mani...!)


«Pazzesco. Dan Brown ti fa un baffo, Mangla: è un vero peccato che nessun editore ti abbia dato fiducia, ma evidentemente anche gli editori, come mille altre cose in Italia, sono da cestinare. Com'è possibile che Simona Izzo venda 200mila copie di un testo spazzatura, e che tu sia costretto a pubblicarti da solo, 'per pochi intimi', un'opera come questa? Mah!»

Maria Teresa Marrari, Reggio Calabria - Non autorizza il contatto
(Ti ringrazio per le bellissime parole e per il 'baffo', ma sulla pubblicazione non sorprenderti, Maria Teresa: leggi anche tu la storia dei miei tentativi con gli editori, e specialmente per questo libro... — ndr)


«Enorme come Gogol, pessimista come Celine, sardonico come Bukowski, politicizzato come Chomski, spirituale come Deepak Chopra: perciò nessun editore pubblicherà mai questo libro, è un'opera per un lettore che in Italia non esiste...»

Onorio F., San Donato Milanese - Non autorizza il contatto


«L'Autore scandaglia bene quello che è stato proposto dalla fantasia umana per spiegare i misteri irrisolti sul piano della storia, della religione e della scienza. E certamente le varie credenze religiose, pur degne di rispetto, non hanno per nulla elevato l'umanità al bene (né tantomeno ad una spititualità universale). Anzi, in nome di invenzioni o pseudo-illuminazioni divine, il Potere delle Chiese Monoteiste ha affossato il progresso, la ricerca, la razionalità, riducendo l'uomo a mero schiavo di dogmi e negandogli anche il piacere di vivere.»

Franco Vinci, Palermo


«L'autore pretende di rivelarci la verità sia sulle cose esoteriche che sui "misteri d'Italia", passando per Echelon e i Rotoli di Qumran: ma non è disponibile alcuna fonte, e in fondo l'autore stesso si nasconde dietro uno pseudonimo. O è un ciarlatano, o è un massone con le mani in pasta nelle "segrete cose". In tutti e due i casi, insopportabile.»

Vanna Lomazzo, Roma - Non autorizza il contatto
(Non sono il secondo caso. E in tutta onestà non credo di corrispondere al primo caso, ma qui lascio il giudizio a chi legge — ndr)


«Un megatrattato di tuttologia. C'è ancora qualcuno che ha voglia di fiabe per allocchi?»

Giuseppe Rocchi, Roma - Non autorizza il contatto


«Ciò che trovo formidabile in questo testo non è la trattazione/rivelazione dei vari misteri (Graal, Rosacroce, Templari, addirittura il caso Moro e poi finalmente lo smascheramento del fantomatico Priorato di Sion!) in quanto tali, ma il fatto che siano stati riuniti insieme e sottoposti ad un unico filo conduttore! Che tiene!»

Sergio Pugliesi, Scilla


«Dopo tutto il parlare che se n'è fatto, è dura mandare giù la verità sul mitico Priorato di Sion...»

Alberto De Simone, Buenos Ayres


«Certe analisi ed ipotesi vanno presentate in un saggio, non in un romanzo giallo che in certi punti assume pure uno stile cinicamente comico. Mi sa che il Codice da Vinci ha insegnato agli autori a mischiare lucciole e lampioni.»

Katia Dominici, Arezzo - Non autorizza il contatto


«Dal punto di vista squisitamente letterario, trovo assolutamente originale e innovativo il "deragliamento temporale" di quest'opera-fiume: nello svolgersi della trama, il Tempo non è più una freccia con una direzione, bensì una specie di spirale le cui braccia convergono verso un punto focale.»

Marcello Orlando, Reggio Calabria


«Finalmente qualcuno lo ha scritto chiaro, anche se "nascosto" dentro un romanzo: i NeoCon Americani saranno la rovina del genere umano, le Torri Gemelle se le son buttate giù i governanti-massoni USA, Osama bin Laden non esiste.»

Nicola Casuscelli, Reggio Calabria


«Quest'opera è incredibile... Ma tu che ci fai a Reggio Calabria? Sei sprecato, qui!»

Silvia Iannì, Perugina trapiantata a Reggio Calabria
(Grazie dei complimenti, ma stare qui mi piace almeno quanto piace a te, visto che hai mollato quel piccolo paradiso che è Perugia per startene qui anche tu — ndr)


«Accidenti a te, mi hai rubato l'intera estate... Mi ero portato dietro da Roma 4 testi importanti, approfittando delle vacanze estive, e invece il tuo libro mi ha catturato e non sono riuscito a smettere! È veramente un capolavoro, non avevo mai letto niente del genere! Ma come hai fatto a scriverlo, considerando che hai un lavoro e una famiglia?»

Michele Rizzi, Roma (negli anni Ottanta del secolo scorso suonavamo nella stessa band — ndr)


Chi ha paura dei romanzi lunghi, corposi, non si cimenti nemmeno ad aprire questo tomo. Ottocento e passa pagine possono spaventare chi non è abituato alla lettura — possono spaventare anche chi ci è abituato, per la verità. Ma un vero lettore non si lascia intimorire né dalla lunghezza né dal peso (fisico) di un libro.
La paura che serpeggia incombente tra le pagine, che si ripropone in diverse e agghiaccianti presenze, è ben altra, a suo modo protagonista assoluta: lo scoprirà attonito chiunque abbia deciso di solcare le onde di questo romanzo fiume.
Difficile, oltre che inutile, attribuirgli un’etichetta (fanta-politica?, thriller a sfondo politico-ambientalista?, romanzo di denuncia sospeso tra il surreale, la fantascienza e il dossier?). La storia è molto intricata, fitta, serrata, e procede per ellissi fino a ritorcersi a spirale verso un unico punto focale — il cuore pulsante dell’intera vicenda. Si passa per tematiche scottanti e attuali come l’Ambientalismo, il nuovo Imperialismo, le ultime frontiere della scienza e della “bio-tecnologia” — rilette in chiave fantascientifica-possibilista —, approdando ad argomenti esoterici quali la Massoneria, il Santo Graal, il Priorato di Sion; si ritorna alla descrizione di antiche civiltà, con uno sguardo disincantato alle principali dottrine filosofiche e religiose della storia del pensiero, fino ad arrivare alla tematica dello sfruttamento del Terzo Mondo e ad una particolare e pessimistica visione della “globalizzazione”, spettro imperante e onnipresente tra le cui spire viene stritolato ogni anelito di etica economica e di “sviluppo sostenibile” del pianeta.
Il tutto — in un’opera “tuttologica”! — infarcito di un humour beffardo e sardonico, condotto con uno stile che si tuffa a capofitto nella vicenda, a volte rapido come un flash, altre volte profondo come uno scandaglio. Un intreccio intricatissimo sempre in bilico tra un’ipotesi di complotto a livello planetario ed un meticolosissimo dossier storico-economico — i superlativi sono obbligatori.
La storia inizia in modo del tutto spiazzante, talmente sospesa tra deja-vu e visioni da ricordare molto da vicino le oniriche immagini del film “Contact”. Partendo da un incipit surreale, la vicenda si dipana tra le allucinanti vicende del protagonista, cui fanno da sfondo complessi scenari della politica internazionale, fino ad approdare alla città di Reggio Calabria, dove raggiunge il suo climax.
E qui, sul “protagonista”, ci sarebbe da aprire una parentesi. Chi è il protagonista del libro, signor Mangla? È Tonyard Lay Berrouli? È Cymetral Dompson? Oppure è Almon Runeystijr — nome altamente evocativo —, la cui “parabola discendente” fa da sfondo all’intero romanzo come in una tragedia ellenistica?
(E poi, il tema è realmente quello che sembra? Perché alla fine il plot sembra cambiare direzione... È un gioco di specchi, quest’opera? È un Corpus Hermeticum moderno?)
Tra episodi ambientati contemporaneamente in diverse parti del globo, incomincia la grottesca avventura del primo protagonista, che diventa un “implantato”. Con poteri fisici e sensoriali che vanno al di là dell’umano — senza mai scadere nella fantascienza più becera —, Berrouli può reinterpretare la realtà fenomenologica che lo circonda fino ad assumere un “superpotere” spaventoso: fa una capatina nei territori off-limits del divino, appropriandosi di un accenno della Consapevolezza Definitiva. “TLB” si avvicinerà in maniera dolorosa e al contempo beffarda alle tematiche più ancestrali ed eterne, riguardanti il senso della presenza dell’uomo sulla Terra — il pacchetto obsoleto ma sempreverde di domande «chi siamo?», «da dove veniamo?», «perché compiamo questo cammino sul pianeta?». E troverà una risposta del tutto originale e fuori dal comune (ermetica?).
La vicenda si colora di giallo. Ma sarà un thriller del tutto atipico, infarcito di progressive complicazioni — anche semantiche —, tra sciarade apparentemente indecifrabili e una ricerca spasmodica delle formule destinate a cambiare (o sarebbe più corretto dire “a ripristinare”) il destino dell’Uomo sulla Terra. Svariate “superpotenze” sono disposte a tutto pur di mettervi le mani sopra, come NON sa bene Tonyard Lay Berrouli, che sarà fatto oggetto di una caccia “cieca” in un ruolo di testimone del tutto sui generis — in certi passaggi del libro si respira lo stesso senso di precarietà e di lucida disperazione (consapevole annichilimento) che ispira la filosofia del film “The Truman Show”.
Anche qui la realtà fenomenica è sentita come fittizia, nebulosa ed offuscata, fastidiosa come un disco rotto sul quale la puntina salta a capriccio sui solchi — glorioso vinile!, perché ti abbiamo sostituito con i cd? —; l’individuo che si riappropria della consapevolezza si sente un burattino manovrato da fili invisibili, il cui senso troppo spesso sfugge irrimediabilmente. Tutti gli altri esseri umani, quelli più ottusamente consenzienti, sono concepiti come personaggi di “Matrix” — sì, i riferimenti al cinema sono obbligatori!, l’autore stesso pervade molti passi della sua opera di citazioni filmiche —: per loro non c’è libertà né speranza di liberazione da un peso troppo greve, il peso che Qualcuno o Qualcosa ha loro imposto catapultandoli senza permesso in questa valle di lacrime.
Così lo scrittore vede questo pianeta bistrattato e pugnalato alle spalle, con il cospicuo contributo dei Malvagi — potenti di qualsivoglia colore politico —, dei Magnati di un globalismo schizofrenico e inarrestabile che nega ciecamente ogni più piccolo barlume di sopravvivenza a chiunque sia dotato di un briciolo di sensibilità e tenti di remare contro. Doloroso. Pessimista — l’ossessiva domanda-passepartout «possiamo ricavare energia pulita (dalla falsità che ci circonda a 360°)» non tragga in inganno: in essa non c’è traccia di ottimismo, non si può ricavare energia “pulita”.
A tratti si serve di una prosa moderna e disincantata per farci toccare con mano le meraviglie negate a questo «piccolo Pianeta Azzurro»: la descrizione dell’Energia Primigenia, ad esempio, è intrisa di un profondo senso di nostalgia. Le potenzialità del pianeta (umane e materiali) sono viste come eque e sufficienti per tutti, se soltanto l’uomo non avesse voluto strafare depauperando irrimediabilmente ogni cosa nel nome di un’ingordigia onnifaga e devastante asservita ad un manipolo di pochi — un’oligarchia che complotta. Senza mai cedere a romanticherie gratuite, il racconto perviene a tratti ad un lirismo beffardo; fanno capolino dal testo momenti particolarmente felici: sono quelli in cui l’autore si fa prendere la mano da una costruzione narrativa che, passando per i vari gradini del sarcasmo, arriva a sfociare in tesi molto elaborate rivelate con un tono decisamente sardonico che gli è particolarmente congeniale — letture di Bukowski e Fante, alle radici?
Originali sono anche le descrizioni dei tipi umani e dei caratteri dei personaggi, tratteggiati con pennellate scarne ed essenziali — non per questo meno incisive. Un elemento di impertinente libertà creativa si nota nei nomi di persona, tra i quali alcuni sono addirittura impronunciabili — o celano irriverenti giochi di parole: “Scendi giù di lì”, apparso nelle prime pagine nella forma in cui un inglese lo avrebbe trascritto dopo averlo udito (Shandy Judy Lee), è un patronimico asservito al finale del libro, quando la titolare del nome rischia di calpestare gli uomini distesi in casa Berrouli dopo la “battaglia”. Pazzesco!
Per tacere di un uomo inglese la cui espressione preferita è “cazzarola” — ma l’intera lingua inglese è spesso onomatopeizzata, castrata verso l’italiano: sublimazione dell’anti-americanismo che si può respirare in tante pagine.
Alice nel Paese delle Meraviglie. Neo (il formidabile hacker di “Matrix”). Il protagonista di “The Truman Show”. Sono solo alcuni dei personaggi che potrebbero aggirarsi a proprio agio attraverso queste intricate avventure. Ma tra le fonti dell’Uomo Nuovo non si può non annoverare lo scrittore spagnolo Calderon de la Barca: nel suo dramma filosofico “La vita è sogno” aveva anticipato già nel ‘600 l’inafferrabilità dell’esistenza e il senso di soggettività estrema che permea tutte le cose che ancora ci ostiniamo a definire “reali”.
E poi ci sono le “iniziazioni”: Berrouli all’esoterismo, Dompson ai mali del mondo (o viceversa). Che confluiscono nel “passaggio di testimone” finale. E assolutamente da citare è la “non-linearità” temporale della struttura del libro, che, insospettabilmente — è un sapore che si gusta alla fine, mezz’ora dopo la chiusura dell’ultima pagina, riponendo il volume in libreria —, contribuisce ad amalgamare tutti i temi trattati come in uno spaesamento zen. L’ultimo capitolo è, in questo senso, il Nirvana. L’illuminazione. Che lascia presagire possibili sviluppi successivi: ne farai un seguito, signor Mangla? In definitiva Dompson è pervenuto, suo malgrado, al possesso delle formule... E non è stato facile capire cosa fosse la bambina! In più sono rimaste aperte alcune questioni: che fine fanno “Matropater”-Oriana (Fallaci?), o Alphonso Naybeth Birri? E la “Crocespecchio”?
In chiusura, va sottolineata l’idea di fondo di tutto il libro, la Monade, la Spiegazione, che forse non è di immediata percezione: la presunzione dell’autore. Che si paragona al Creatore (il “libro” in quanto “Destino”), fornendo una nuova interpretazione del “silenzio di Dio” così caro a Ingmar Bergman.
Non sarai un dio, però il collegamento è quanto di più insolito si possa leggere sulla carta: in effetti, potrebbe esserci qualcosa di più, che il ridurre tutta la ricerca a due campi, la Religione e la Scienza!
Attendo il seguito — se avrai la forza di scriverlo, Mangla.

Ketty Adornato, Reggio Calabria, aprile 2005, lettrice in anteprima delle bozze un mese prima di entrare in tipografia (questo suo commento fiume è stato poi stampato in coda alla prima edizione del libro — ndr)


Posso scrivere anch'io una recensione?

Recensione dell'autore...

«Un libro che pone domande (e fornisce risposte) che fanno girare la testa.
Un saggio — innestato su un giallo, per alleggerirne la fruizione — che indaga l'animo umano intersecando le stanze dei bottoni dell'ultima superpotenza, le camere massoniche, lo strapotere delle multinazionali, il profondo sud dell'Italia, il petrolio venezuelano, la crisi economica tedesca, sempre sospeso fra Medioevo e XXI Secolo, clima terrestre e miopia scientifica, Impero e No Global, fondamentalismo monoteista e politica, Mafia ed Alchimia, leggenda Rosacrociana e Templarismo.
Alla ricerca della "terza cosa" che supplisca il fallimento di Religione e Scienza.
E facendo piazza pulita d'un fottìo di sciocchezze.
Insomma, assolutamente da leggere: anche perché m'è costato trentadue mesi di lavoro!».