Quando ordini un mio libro “tipografico” direttamente su questo sito, sai che avrai nella tua libreria un’opera di pregio, indipendentemente dai suoi contenuti editoriali. Sulla qualità di stampa e di confezionamento, infatti, non transigo e non scendo a compromessi: i miei volumi (fatta eccezione per alcuni romanzi usciti dal 2015 in poi, che stampo volutamente on-demand in poche copie alla volta, e per quelli che dal 2017 ho iniziato a distribuire tramite Amazon — vd scheda a fondo pagina) non escono da un service digitale come quelli (con tutto il rispetto) di Lulu.com, Ilmiolibro.it e similari, ma da una vera tipografia; ogni singolo pezzo della tiratura è controllato, e se presenta difetti viene scartato; le copertine sono stampate in quadricromia su macchine offset; l’inchiostro delle pagine interne è un vero nero, non un grigiolino-antracite come si vede su certe edizioni odierne; le pagine stesse sono in carta usomano di ottimo livello e con altissimo grado di bianco; le cuciture a filo, le rilegature, le intercalature dei sedicesimi e tutti gli altri passaggi del confezionamento, eseguiti minuziosamente dai miei stampatori (tutti tipografi e fotolitisti da generazioni), consentono ai miei libri tipografici di sopravvivere praticamente in eterno.
In più ogni titolo ha una sua... personalità specifica, e viene artigianalmente prodotto nel rispetto di tale singolarità: così per esempio “L’Uomo Nuovo” e “Cerco il Figlio” sono dotati di copertina con alette per far posto alle tante informazioni introduttive (e poi perché le alette, in tomi di ben 672 e 720 pagine, tornano utili come segnalibro!), “«D'io.» Il Messaggio perduto di Yeshua”, dopo il successo della prima sperimentale edizione con copertina morbida, dalla seconda tiratura aveva una rilegatura cartonata con copertina in tela candida e la protezione di una sovracoperta a colori (si parla di Gesù, non di un personaggio qualunque, e dunque l’edizione definitiva — andata anch’essa esaurita — non poteva che essere, mi si perdoni la battutaccia, come Cristo comanda), mentre il poderoso “Dossier” è addirittura in due versioni (accanto all’edizione pregiata cartonata e plastificata è presente quella “più economica” — si fa per dire — con copertina morbida, comunque anch’essa plastificata).
(“L’Uomo Nuovo” e “«D'io.» Il Messaggio perduto di Yeshua” a causa della forte richiesta oggi rivivono su edizioni cartacee grazie al print-on-demand di Amazon: ma, pur ottime, quelle di Amazon non sono la stessa cosa. — ndr)
Insomma, nulla di paragonabile alle edizioni digitali “quattro-copie-e-via”, con pieghi di foglio tenuti insieme da una colla a caldo che dopo uno o due anni comincia a cedere in giro le pagine...
Perché tutto ciò?
Perché amo visceralmente il libro in quanto tale. Dunque anche nella sua fisicità di oggetto, nella sua capacità di comunicare piacere sensoriale — al tatto, alla vista, perfino all’odorato —, nella sua permanenza negli anni a costituire un pezzo della memoria culturale di una persona.
Memoria che magari passa pure di genitore in figlio.
In definitiva, per “il Mangla” un libro non è un oggetto di consumo ma qualcosa che rimane vivo nel tempo. Ed essendo il sottoscritto anche un pubblicitario e un grafico che giornalmente deve (crisi permettendo) innalzare al cielo l’immagine delle aziende e che bazzica stampatori, cartotecnici, fotolitisti e fotografi professionisti, come potrebbero i miei libri avere la consistenza di una tesina usa-e-getta?
Brossura con alette
Hardcover
Brossura
Brossura
Brossura
A partire dal romanzo “La Memoria e il Dubbio” (2015), grazie anche all’affermazione del canale degli e-books , ho deciso di non investire sempre ingenti risorse in preziose edizioni tipografiche ma di sfruttare maggiormente la stampa digitale quando si tratta di narrativa (per intenderci, i gialli e i noir) e non di saggistica.
A differenza della stampa offset, la quale richiede un poderoso quantitativo iniziale di copie (che implica a monte un esborso economico non indifferente e un costo di magazzino altrettanto oneroso per salvaguardare centinaia e centinaia di pacchi pieni di libri), con la stampa tipografica digitale faccio stampare pochissimi esemplari alla volta, solo in base agli ordini che mi pervengono («on-demand», a richiesta). La qualità di stampa è praticamente identica, con differenze impercettibili, e alla lettura non cambia nulla; è diverso solo il confezionamento (rilegatura, plastificazione, etc.), piuttosto standardizzato e con minori scelte su cartoncini, bassorilievi, alette e altri ritrovati per il “marketing librario” che solo i migliori tipografi sanno offrire — aspetti tutto sommato sacrificabili, di fronte a un tale abbattimento dei costi. A tutto vantaggio del risparmio dei miei lettori, i quali in fin dei conti vogliono solo una cosa: contenuti.